Testimonianze di visitatrici e visitatori che hanno trascorso un po’ del loro tempo al Centro Giriteka.
Beatrice
Care suor Bruna e suor Angiolina,
mi avete accolto come in una grande famiglia, con tanto affetto e generosità.
Mi avete permesso di vivere e condividere con voi questi giorni passati insieme, come se da sempre io avessi fatto parte di questo mondo.
Mi avete fatto ritrovare il Signore, quel Dio che spesso cerchiamo solo per le grazie e i favori, e l’ho trovato nelle cose semplici e belle, nelle preghiere del bambino Tuie e nella colazione condivisa con il BUONGIORNO della mattina.
Mi sono sentita a casa, in questo centro nel cuore dell’Africa, come da tempo non mi accadeva altrove.
Ho imparato a guardare al di là di ciò che sembra e in fondo questi giorni con voi mi hanno fatto trovare la serenità persa.
Non posso lasciarvi molto denaro perché purtroppo non ne ho davvero molto nemmeno in Italia, ma ci tenevo a investirne anche pochi per questo Centro, per quei bambini là fuori così grandi, ma ancora innocenti che ormai mi sono abituata a vedere e sentire fin dall’alba.
Spero di sentirvi presto e di rivedervi fra meno di un anno.
Per qualsiasi cosa, l’indirizzo e-mail l’avete, sentiamoci!
Grazie di cuore per tutto, davvero!
Vi voglio bene
TUGWANA MUNDA
Beatrice (italiana)
Soeur Gemma
“È Natale ogni volta che si asciugano le lacrime di un bambino...”
Voglio condividere con voi un’esperienza che ho appena vissuto al Centro Giriteka.
Nella mia cultura ruandese, un bambino che vive sulla strada è abbandonato a sé stesso, abbandonato dalla sua sua famiglia ed è difficile trovare una famiglia che lo accolga.
I bambini di Giriteka mi hanno permesso di cancellare i miei pregiudizi di prima.
Mi hanno accolta e adottata sia come la loro sorella maggiore sia come suora infemiera.
Molti venivano per farsi curare per una piccola ferita e dietro questa visite spesso prolungate o frequenti si nascondeva un desiderio da decifrare: l’essere ascoltati o un desiderio di affetto, perché tutti hanno una storia famigliare unica, di povertà, ma soprattutto di divisione che spinge il bambino sulla strada.
Questa esperienza mi ha insegnato ad aiutare questi ragazzi a crescere, a capirli e soprattutto a ad amarli di più.
Tra i servizi da svolgere, dovevo anche controllare l’ordine nel loro dormitorio: è stata una grande sorpresa vedere come questi bambini arrivano a cambiare il disordine della strada in un ordine nel loro armadietto, nella pulizia dei vestiti e tutto questo con cura.
Ho scoperto che ascoltarli spesso durante i vari servizi (cucina, pulizie) è una terapia che li porta a liberare le loro parole nel desiderio di guarire raccontando la loro storia vissuta sulla strada.
Questa esperienza resterà incisa nella mia memoria e nella mia preghiera.
Suor Gemma (suora rwandese)
Francesca
In un mondo che ha perso la sua dignità, Giriteka dà un’opportunità a chiunque di ritrovarla. Questo Centro è stato per me la scoperta di una nuova realtà. Una realtà dove ogni persona trova un suo posto, un suo ruolo, un suo significato.
Durante questi tre anni passati a fianco di suor Bruna, di suor Angiolina e dei bambini, ho imparato molto. Ho imparato cosa sia l’amore che non chiede niente in cambio: quello scorto negli occhi delle suore che accompagnano i ragazzi nel loro difficile quanto impegnativo cammino verso una nuova vita. Ho imparato a leggere negli occhi di questi bambini che vengono dalla strada, che non si esprimono a parole ma a sguardi. Ho cercato di trovare una comunicazione, seppur superficiale, con loro per conoscere le loro storie, le loro problematiche, le loro vite.
Ho cercato anche di dare. La mia conoscenza, la mia voglia di apprendere, la mia voglia di conoscere. Mi sono sempre sentita accettata e apprezzata per ciò che sono. Inoltre, Giriteka mi ha offerto l’opportunità di incrociare, di sfiorare, di incontrare persone di cui altrimenti ignorerei l’esistenza. Ringrazio quindi il Centro per l’occasione che mi ha dato. Occasione di aiutare e di farmi aiutare, di conoscere e di farmi conoscere, di ascoltare e di farmi ascoltare. Di mettermi in discussione, di sorridere, di condividere, di imparare e di amare. Di completare un percorso lungo quattro anni in questa terra burundese.
Un affettuoso abbraccio a tutti.
Francesca (volontaria italiana in Burundi)
Gisele
Dopo avere trascorso due mesi al Centro Giriteka, posso dire della bella opera di carità che le Suore Missionarie della Società di Maria hanno realizzato nella città di Ngozi. Un lavoro che non è affatto facile da svolgere ma che le suore svolgono donandosi corpo, anima e spirito al servizio di questi ragazzi di strada abbandonati dalle proprie famiglie per le cause più diverse. Le suore aiutano i ragazzi offrendo loro una formazione completa e li rieducano ai valori umani, morali e intellettuali perché si riconcilino con la società. Fanno loro imparare alcuni mestieri qualificati e promuovono corsi di alfabetizzazione; li aiutano a riconoscere il valore del rispetto di se stessi e degli altri. Li aiutano anche con atti di carità come i pasti, le cure mediche ed i vestiti. La sera pregano con i ragazzi per aiutarli a uscire dalla vita di strada e ricominciarne una normale. Per finire, posso anche dire che i ragazzi crescono incontrando l’amore di Dio; vivono la loro vita nella dignità e impegnandosi nello studio o nel lavoro, nel rispetto di se stessi e degli altri.
Grazie Suore, e buona continuazione
Gisele (Congo)
Andrea
Sono davvero un dono grande i giorni trascorsi qui a Giriteka. Sembrerà strano, ma il primo dono è il lasciarsi ferire dalla povertà che colora tutto l’ambiente circostante: penso alle famiglie incontrate nelle campagna da cui proviene parte dei ragazzi del centro, alle condizioni dei malati incontrati in ospedale (comunque più fortunati di chi non ha i soldi per andarci), ai ragazzi di strada incrociati al mercato e nelle vie della città. Un altro dono è essere testimoni della scelta di migliorare la propria condizione che questi ragazzi cresciuti troppo in fretta fanno quando varcano il cancello di Giriteka; è un dono anche incontrare le loro fragilità. Sono un dono anche le emozioni che, anche se non cercate, arrivano comunque, quando l’uno o l’altro bambino ti avvicina per una confidenza; ma basta anche solo vederli correre a piedi nudi mentre con tutta la loro grinta giocano a pallone su un prato chiazzato di buche e terra rossa, o anche vederli rapiti dalle immagini di un film di cui non capiscono le parole (non esistono film doppiati in kirundi, la loro lingua.) A Giriteka si innescano anche circoli virtuosi: alcuni ragazzi cresciuti nel Centro accolgono nelle casette succursali quelli più piccoli e li accompagnano nel cammino di recupero della propria dignità, piegata da una vita corta di anni ma lunga di emarginazioni. Giriteka è anche un luogo in cui convergono le energie positive dei tanti amici che dall’Italia fanno sentire la propria vicinanza ed è anche una vera e propria calamita che attira chi è venuto quaggiù in Burundi per contribuire alla maturazione di questo paese tanto complicato, ma a cui nonostante tutto è impossibile non affezionarsi. Per tutti questi doni, un grazie speciale alle Sorelle (mi piace chiamarle così) Mariste che, con tutti i collaboratori di Giriteka, mi hanno accolto e accompagnato con pazienza nell’incontro con questa realtà, segno di concreta speranza per gli ultimi. Grazie.
Andrea (Italia)
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